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    15 Mar 2013

    Tobin Tax all’italiana

    Dal 1° Marzo gli investitori che scelgono di acquistare azioni italiane con una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro, sono tenuti a versare, per  tutto il 2013 un’imposta dello 0.12% (nel 2014 l’aliquota si abbasserà allo 0.10%)  del controvalore scambiato, se opteranno  per un’operatività overnight

    In sostanza gli impatti maggiori della Tobin Tax ricadono sui traders/investitori che amano lavorare sulle Blue Chips con strategie di swing trading che puntano a cogliere movimenti che durano qualche giorno o settimana. Per costoro l’operatività è particolarmente onerosa tanto da ritenere indispensabile la modifica delle proprie strategie. Basti pensare che l’investitore che esegue in media una sola operazione multiday al giorno (264 all’anno) con un controvalore di diecimila euro dovrà pagare ben 3.168€ di Tobin tax.

    Utilizzando il simulatore del sito http://www.tobin-tax.it/ si scopre che aggiungendo il costo delle commissioni bancarie, il capital gain, e i bolli dovrebbe realizzare un profitto stratosferico solo per coprire i costi. In questo caso la tassa diventa insostenibile in quanto è basata non sugli utili del trader, ma sul “fatturato” poiché, paradossalmente, andrà pagata anche su operazioni chiuse in perdita. Viceversa avrà impatto zero sui traders molto attivi ed evoluti (che probabilmente erano l’obiettivo del legislatore) che invece lavorando nell’intraday o su azioni/derivati esteri saranno totalmente esentati dal pagamento.

    A sole 2 settimane dall'esordio della Tobin Tax in Italia è troppo presto per valutare l’impatto in termini di contrazione dei volumi sul mercato azionario, ma è certo che si sono visti book più scarichi e maggiori falsi segnali oltre che un incremento degli scambi nelle aste di chiusura; per  vedere gli effetti bisognerà aspettare qualche mese, considerando che l’imposta si paga solo sull’acquisto e quindi non sui titoli che già si detenevano in portafoglio.

    Molti investitori per schivare il balzello si stanno spostando verso titoli italiani free tobin tax ossia quelli con una capitalizzazione inferiore ai 500 milioni oppure si dedicano ad operazioni intraday. Inoltre  in attesa dell’introduzione della tobin tax sui derivati, prevista per il 1° Luglio 2013, coloro che sono intenzionati a portare in overnight le posizioni sulle Blue Chips italiane si stanno dirigendo su strumenti derivati con sottostante titoli del paniere Footse Mib (come i Cfd o gli stock futures) evitando così di pagare l’imposta almeno fino a Luglio

    Mentre in Italia e in Francia la Tobin Tax è già operativa, a livello europeo la Commissione UE ha elaborato una proposta di direttiva per l’introduzione della Tassa negli undici paesi europei favorevoli. Si dovrebbe pagare sia su azioni che su obbligazioni, (da notare che in Italia sulle obbligazioni è stata esentata), con un aliquota pari allo 0.10%,  mentre per i derivati sarà dello 0.01%. Inoltre l’esborso avverrà oltre che sul principio di residenza, anche su quello di emissione e cioè saranno tassate non soltanto le persone residenti negli stati aderenti, ma anche coloro che pur appartenendo ad un paese free Tobin, hanno scambiato titoli emessi dagli 11 paese UE pro Tobin.

    Tuttavia i tempi di applicazioni della tassa europea sembrano lunghi: l’obiettivo sarebbe quello di  partire il 1° Gennaio 2014 in tutti i  paesi che hanno deciso di istituirla, ma la strada sembra ancora lunga.  Se si desidera approfondire l’impatto che la tobin tax potrà avere sui propri investimenti, è possibile partecipare a un corso gratuito che si terrà Venerdì 22 Marzo. Per maggiori info: http://www.sostrader.it/sostrader/corsi.cfm

    Pietro Di Lorenzo - Fondatore www.contosulconto.it
    Email: p.dilorenzo@contosulconto.it
    Twitter: @contosulconto