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    03 Lug 2013

    Al via il Grande Fratello Fiscale

    Con l’attuazione del decreto legislativo 201/2011, si può dire addio al segreto bancario. Infatti da lunedì scorso tutte le banche, poste, Sim e gli istituti finanziari in generale, sono chiamati  a comunicare all’Agenzia dell’entrate, oltre gli identificativi dei clienti iscritti presenti presso il proprio istituto, anche tutta l’informazione finanziaria e  contabile  che li riguarda.

    Saranno oggetto di censimento, attraverso un sistema telematico sicuro chiamato SID, tutti i  tipi di rapporti bancari e finanziari intrattenuti, dai conti correnti, ai conti deposito, depositi titoli, fondo pensione, buoni fruttiferi, derivati, carte di credito, compravendita di oro, persino il contenuto delle cassette di sicurezza, e il numero di volte che si è avuto accesso durante l’anno, magari solo per indossare un gioiello ereditato dalla nonna. Inoltre per ciascun rapporto dovrà essere trasmesso  il saldo iniziale  e finale, oltre al numero di movimentazione totali in dare ed avere effettuate durante ciascun esercizio.

    In particolare entro il 31 ottobre 2013 dovranno essere trasmessi i dati contabili dell’anno 2011; per marzo 2014 si attendono i dati del 2012, mentre per ottobre dello stesso anno verranno trasmessi quelli relativi al 2013; a regime le informazioni verranno fornite entro il 20 aprile di ciascun anno.

    Le informazioni raccolte attraverso l’anagrafe tributaria aiuterà il fisco a individuare le  liste di contribuenti a maggior rischio di evasione; si parte dall’esaminare  tutti i movimenti in uscita, tra cui pagamenti con bancomat o carte di credito, addebiti sul conto, prelevamenti in contanti, in modo da determinare la mole di spese sostenute dal contribuente, quest’ultima verrà confrontata con gli accrediti sul conto, e se le  entrate risulteranno  essere superiori alla dichiarazione dei redditi, l’amministrazione procederà ad effettuare gli opportuni accertamenti, al fine di indagare se le spese sostenute siano compatibili con il reddito dichiarato e gli incassi emersi.

    L’augurio è che questo strumento si riveli un sostegno efficace per stanare gli infedeli del fisco e non un ulteriore vessazione per chi le tasse le paga regolarmente, costringendo quest’ultimi, se coinvolti in un accertamento fiscale, ad andare alla ricerca di prove e spiegazioni inconfutabili che giustifichino i movimenti in entrata e in uscita sul proprio conto.

    Intanto da un’indagine condotta sui  profili commissionali dei principali istituiti bancari (Unicredit, Intesa, MPS, Bnl),è emerso che il costo dei conti correnti è sempre più salato per chi effettua le operazioni allo sportello. In particolare il costo di un bonifico per cassa può arrivare anche a 8 euro, le commissioni per il rid, al fine di addebitare le utenze in conto, possono  raggiungere una spesa massima di 4 euro; per pagare le rate dell’affitto in contanti si può andare incontro, invece a un esborso, nei casi più onerosi, di 5 euro; se si adempie al pagamento di tasse in banca, l’Imu ad esempio, il costo medio del servizio è di circa 7.10 euro.

    Per quanto riguarda il canone del  conto in media può comportare un onere di 72 euro l’anno, a essere beffati però sono  i vecchi clienti per i quali il conto corrente può costare anche il 40% in più; infatti per i conti con anzianità che va oltre 10 anni, il costo annuale può aggirarsi intorno ai  100 euro.

    Essere fedeli clienti di una banca non premia, di conseguenza  per riuscire a  spuntare condizioni migliori occorre tenere sotto controllo i costi del proprio conto, informarsi circa nuove offerte promozionali , confrontarle tra di loro, ed essere disponibili al cambiamento orientandosi  verso quei prodotti che risultano economicamente più convenienti.


    Pietro Di Lorenzo - Fondatore www.contosulconto.it
    Email: p.dilorenzo@contosulconto.it
    Twitter: @contosulconto